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Motivazioni di una scelta

“A ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere. Chi non la utilizza, la trasforma in una maledizione e altri sceglieranno per lui”.

Questa citazione del poeta e scrittore Brasiliano Paulo Coelho, è sempre stata una delle mie regole di vita, e devo anche evidenziare, che sotto certi aspetti, abbiamo in comune molte caratteristiche d’insofferenza e repulsione sulle norme imposte, che regolano la nostra società e la vita spirituale di ognuno di noi.

Ed è sempre sua, una frase, che nella mia esistenza ha evidenziato molti momenti determinanti, tanto da lasciarmi ricordi indelebili e incisivi nella mente e nell’anima: “L’istante magico è quel momento in cui un sì o un no può cambiare tutta la nostra esistenza”. Ho usato parole di un grande e sofferto poeta, per farvi sentire e comprendere alcuni degli strumenti, che devono sempre far parte del proprio bagaglio di vita, ma voglio anche confidarvi, che la stragrande maggioranza della gente, non ha neanche la minima idea del significato di queste citazioni. Affermare che “anch’io la penso così”, viene sempre smentita nel 90% dei casi, dai fatti ed errori che nella vita ciascuno di noi è causa ed effetto.

“La parte più difficile di una scelta, non è decidere la scelta stessa, ma concretizzare la medesima scelta”.

Quando si decide di effettuare cambiamenti profondi nella nostra vita, ci si trova sempre e comunque, ad affrontare pensieri, azioni e gesti che hanno condizionato la nostra esistenza per tanti anni. Mi riferisco, naturalmente, a tutto quello che nel nostro profondo abbiamo sempre sentito come negativi, sensazioni che abbiamo sempre cercato di respingere nel nostro io cosciente, ma che non siamo mai riusciti a dominare e a espellere in forma completa. Ogni nostra azione quotidiana, è sempre costellata da pensieri come “tanto lo devo fare”, “tanto non cambierà niente”, o la peggiore di tutte che è la famosa “tanto che cosa posso fare io da solo?”.

Questo, è uno dei gravi errori che noi esseri umani abbiamo sempre commesso, l’isolamento e l’arroganza egoista che dobbiamo fare tutto pensando solo a noi stessi. Comunità, condivisione e fratellanza, sono principi di cui, in questi tempi moderni, si è volutamente tralasciato di insegnare alle nuove generazioni. Questi sono valori, che dovrebbero essere iniettati da subito all’essere umano che nasce, cresce ed evolve con la mente fresca e sana.
Generazioni.
Le ultime 3 generazioni, sono state educate in maniera ossessionante dai media, dando profonda rilevanza a un concetto, che vogliono diventi la vostra regola di vita: la competizione. Dietro a questa turpe parola, derivata dal gergo sportivo, nascono le peggiori nefandezze compiute in ambito imprenditoriale, per non parlare del sociale su cui si ripercuote in maniera disastrosa. Avrete sicuramente sentito tante volete, che in affari non esista l’amicizia, ebbene, io ho visto recentemente, famiglie di centenarie generazioni di imprenditori, distrutte in pochi anni dall’avidità e concorrenza interna degli stessi figli, contro i loro padri, che conducevano le aziende con i cosiddetti metodi tradizionali. Figli cresciuti e istruiti sotto le nuove direttive della professionalità moderna, dove t’insegnano a combattere delle guerre e non a vedere nel tuo prossimo un possibile amico.

Fiducia e Onore.
Sono cresciuto in un ambiente imprenditoriale, dove gli affari si trattavano con eleganza, con stima reciproca e si concludevano con una stretta di mano. La parola d’onore era sinonimo di garanzia e affidabilità della persona. Nell’epoca moderna, per far decadere questi valori, ci hanno insegnato a prendere in giro chi ancora si pregiava essere un uomo d’onore, è stato accorpato a malevoli usi e costumi della mafiosità Italiana e contemporaneamente ci hanno insegnato a denigrare i nostri fratelli meridionali, classificandoli con il conosciuto e vergognoso appellativo di terroni.

E ci sono riusciti! Piano piano ci hanno insegnato, che dare la parola era una buffonata, che senza un pezzo di carta, la parola data era solo una ridicolaggine. Io ho visto con i miei occhi, emigranti mandare soldi all’amico in Italia perché li conservasse per l’acquisto di una casa, e al momento dell’acquisto, l’amico si è fatto garante aggiungendo i soldi mancanti in modo che il suo compagno di avventure potesse realizzare il suo sogno, e questi, tornato in patria, ha onorato il debito compensandolo in parte con il suo lavoro e il restante con i soldi che era riuscito a racimolare. La parola fu rispettata. Caso unico direte voi? No vi dico io.

Questo è uno dei tanti e reali ricordi che ho. Come quello della grandissima soddisfazione che avevo, quando chiudevo gli affari con una stretta di mano e un sorriso, con quelle parole che ti riempivano d’orgoglio e ti scaldavano il cuore: “Ci fidiamo di lei, sappiamo che è un uomo di parola”. Niente di più bello ti faceva camminare a testa alta, ed è per questo che io non ho mai abbassato lo sguardo in vita mia. E questo mi è capitato anche con uomini d’affari esteri, professionisti, uomini di legge e di credito. Tutto ciò è terribilmente scomparso e la gente neanche si è resa conto del perduto, questi valori che facevano diventare un ragazzo in Uomo, una Donna in un essere indipendente e sicura di se stessa.

Il momento di decidere.
Tutti questi tasselli persi e mancanti, ti portano a un certo punto, ad avere una sovrabbondanza di amaro in bocca, vedere e vivere in prima persona tutti i giorni la spazzatura che ti si presenta davanti nelle aziende, banche, avvocati, notai, regione, comune, enti di riscossione e tutte quelle stronzate che s’inventano, per impedirti di lavorare con i crismi e i criteri che il buon senso insito in ognuno di noi ci spinge a fare.

Poi, quando vedi, che dopo una vita di lavoro ti rubano tutto, e non sei più riuscito a mettere da parte neanche una Lira, arrivi al punto in cui devi dire basta! Io, quel punto l’ho già passato da un bel po’, ed è per questo, che un bel giorno ho mandato tutti a ramengo.

Il momento decisivo è stato negli ultimi mesi, dove mi sono ritrovato per parecchio tempo, a studiare, valutare e cercare soluzioni, per riuscire a migliorare le strategie aziendali di diversi miei clienti, in modo da cercare di fargli subire le minor perdite possibili per i prossimi anni a venire. Anziché avere davanti, clienti desiderosi di interessarsi a soluzioni innovative, con la conservazione del parco dipendenti e il miglioramento dei flussi di cassa, mi sono ritrovato davanti un gruppo di dementi, che, convinti delle ultime (false) notizie propagandate da tutti i notiziari nostrani, hanno deciso che la cosa migliore per loro era licenziare e delocalizzare solo “perché così fan tutti!”.

Ovviamente, così facendo, avrebbero anche approfittato del fatto, che io, lavorando in diverse nazioni, potessi facilitare, in modo esauriente il problema che avevano in corso. La cosa che mi ha fatto incazzare fuori di modo, è che queste aziende sono sane e a parte qualche intervento di assestamento, non hanno bisogno assolutamente di delocalizzare, facendo perdere più di 300 posti di lavoro a delle povere famiglie, riducendole così tutte sul lastrico.

Non è una necessità, è una moda, una deviata cultura che gli imprenditori di oggi hanno assorbito come spugne senza ritegno, e l’egoismo profondo che hanno insito nella loro anima, non gli permette di andare oltre un ragionevole pensiero comune. “Bisogna andarsene perché tanto l’Italia è diventata una merda!”, ma scusate che centra l’Italia? Che cosa ha fatto questa nazione per meritarsi questo? Semmai sono gli Italiani che hanno reso questa terra invivibile, sono stati gli Italiani che hanno passato il punto di non ritorno, disinteressandosi completamente della propria terra, della sua storia, del suo futuro, di chi governa e tutto il resto.

Egoismo senza fine.
Non voglio continuare su questo piano, perché ho già detto che la politica da qui è esclusa, ma riflettete quando sentite dire “Non vado a votare perché tanto non cambia niente!”. Dello stesso tipo, sono le scuse evocate dagli imprenditori, che sono sempre più assurde e accomodanti. Quando possiedi già 3 case, 5 auto, 4 moto, 2 barche, 3 posti barca, 1 moglie, 2 amanti, puttane a non finire e una quantità di soldi che non ti bastano 6 vite per poterli spendere, cosa altro vuoi ancora? Che cosa vogliono gli uomini di potere? Semplice! Ancora più potere!

Nonostante questa opulenza però, se ne guardano bene dal riversare questa ricchezza in azienda, in modo da consentire anche ad altri di poter avere una vita più dignitosa. Alla fine tutti si dimenticano, che quando moriranno, quei soldi, a poco gli serviranno. È una cosa vergognosa, vedere, com’è capitato a me, accompagnando un cliente a una riunione, che passando davanti a un mendicante coperto di pulci e sudiciumi, sia stato costretto io a dirgli di dare qualche cosa. Io gli ho dato 10 Euro in mano con una parola d’incoraggiamento, lui si è sprecato dandogliene 3 nella scatoletta. Evidentemente deve essere il resto che gli ha lasciato la Mercedes, quando ha pagato la sua nuova AMG.

Sostenere e dignità.
Io voglio ancora appartenere al mondo industriale, ma non con questa gente e con le loro amenità. Sia ben chiaro che non sono tutti così, quei pochi che si salvano, sono comunque piccole realtà, che cercano di sopravvivere con fatturati da 500.000 a 2/3 milioni di Euro l’anno, di cui, purtroppo, molti di loro dovranno chiudere anche per mancanza di collaborazione da parte delle grandi e monopolistiche industrie.

Con i miei clienti, ho sempre strutturato le loro aziende, aprendo un ampio ventaglio di collaborazione con tante piccole realtà satellite, che orbitando intorno all’azienda principale, hanno sempre avuto lavoro e stretti legami con l’impresa primaria. A mia volta, ho sempre spinto queste piccole aziende a replicare il metodo collaborativo a ragnatela, in modo che il lavoro non mancasse a tutti. Il metodo ha sempre funzionato e dà notevoli vantaggi.

Per esempio, una di queste imprese collaboratrici, si è trovata in difficoltà per cattiva gestione, sono intervenuto, gli ho ristrutturato l’operatività, e insieme a tutte le aziende della ragnatela, è stata finanziata dalle stesse, in modo da aiutarlo a uscire dall’impasse capitatogli. In questo modo non si è dovuto rivolgere alle banche, e quindi non ha speso un centesimo d’interessi, salvando così un’azienda e delle famiglie dalla rovina.

Che crediate o no a questi aneddoti, non ha importanza per me, questi sono i fatti, le persone di buon senso capiscono, dove si annida il buono, e dove le cose sono fatte con il cuore. Come ti senti dopo? Vai a dormire felice! Credetemi che non ce niente di meglio. Non pensate solo hai soldi, lo so che c’è bisogno di quelli per vivere, ma vivere per i soldi non fa di noi degli esseri umani. Purtroppo, ora che me ne sono andato, queste piccole aziende sono in mano all’imprenditore capofila della rete, posso solo sperare che un giorno non perda la ragione e mandi tutto a gambe all’aria.

Mi sembrava corretto, che vi dessi un’idea del malessere cui mi sono trovato sottoposto nel corso di questi ultimi 15 anni, anche perché è giusto che vi facciate un’idea, con chi avete a che fare. Sia ben chiaro, che non sono un paladino dei lavoratori e della giustizia. Sono un semplice uomo che vuole vivere come tale, ovvero: un Uomo. Uomo con la “U” maiuscola, uomo di dignità, cuore e sentimento. Non ci sono riusciti in tutti questi anni a farmi trasformare in un “mostro” industriale, e non intendo diventarlo nell’immediato futuro.

I rapporti di collaborazione umana tra tutti è fondamentale, ed è quello che ho sempre insegnato agli imprenditori che hanno voluto i miei servigi, che il distacco completo da tutto quello che ti sta intorno nella tua azienda, è assolutamente deleterio. Fare il manager, non vuol dire sempre delegare, comandare e sentirsi sopra un piedistallo. Gli imprenditori di nuova generazione, pensano che solo potere e denaro dia a loro una ragione di vita e un valido compendio per arrivare alla felicità.

Siamo tutti prigionieri di quello che pensiamo di sapere.
Guardate i film che sono sempre propinati al cinema e alla Tv, sono sempre tutti con lo stesso sfondo, competizione, denaro, potere, donne, arrivismo e dove per ottenere tutto questo si arriva anche a uccidere. La scuola americana è specialista in queste cose. Vi siete resi conto, che in Italia si parla sempre più inglese e meno Italiano? Le nostre parole sono sostituite quotidianamente da slang americani e pubblicità con marcata impronta del metodo di vita d’oltre oceano. E tutto quello che di bello avevamo in Italia? Forse gli altri sono migliori di noi?

Subire, reprimere, annichilire, distruggere e perché no, sottomettere. Mi spiace ma non lo accetto. Noi Italiani, siamo un popolo di storia, cultura, creatività, ingegno e maestria! Non potrò dirvi totalmente quello che realmente si cela dietro le quinte del pianeta industrie, ma quello di cui posso mettervi al corrente è che noi Italiani abbiamo realizzato cose che non potete neanche immaginare. Nessuna forma di risalto è mai stata data a questo tipo di notizie, perché dietro, ci sono sempre grandi interessi finanziari in gioco.

In realtà, dovete sapere, che noi, nella stragrande maggioranza dei casi, abbiamo realizzato prodotti, progetti e novità assolute senza aver ricevuto neanche un misero riconoscimento patriottico, ancor meno come merito intellettuale. Solo nel campo degli armamenti, devo purtroppo dire che più del 60% delle invenzioni, arriva da ingegno Italiano, costruzioni, in campo medico, chimico, farmaceutico ecc.. Solo che tutte queste tecnologie, vengono vendute, censurate o molto spesso, sono improvvisamente sottratte (per meglio dire rubate), e tutto a un tratto et voilà, ecco che la misteriosa tecnologia, fa la sua comparsa in un altro paese straniero, che si attribuisce la paternità dell’incredibile scoperta! E sapete qual è la cosa più inquietante e umiliante allo stesso tempo? Che noi che abbiamo realizzato quella tecnologia, per poterla avere e usarla, siamo costretti a ri-comprarla dal paese ora titolare di quell’invento.

Questo succede, e ri-succede in continuazione, sempre e solo per gli stessi due motivi: i maledetti soldi e la sete di potere.

Invenzioni e brevetti.
Precisamente dal 1947 a oggi, non avete la più pallida idea di quanto potenziale benessere sia stato sottratto agli Italiani. Sarebbe stato molto più bello, condividere queste tecnologie con tutto il mondo, e non solo per la fortuna di pochi. Solo con la scusa dei brevetti, non vi immaginate di che giro di denaro passi attraverso le loro mani. Questa celestiale forma di tutela, inventata per impedire alla gente di evolvere, è stata appositamente sfruttata nell’ultimo decennio, per ridurre il numero delle aziende che avrebbero contribuito al rilancio imprenditoriale.

Anche se non è confermato da nessuno, sappiate che se inventate qualche cosa di rivoluzionario o di straordinario, e contemporaneamente siete una persona onesta e retta, anche se lo brevettate, potete star certi che non ve lo lasceranno fare. Questo lo affermo, perché l’ho provato sulla mia pelle, quindi fatti e non parole. E se per caso, questa cosa è così straordinaria da diventare d’interesse governativo, puoi star certo che prima tenteranno di comprarti, poi passeranno alle minacce, poi cominceranno gli incidenti e infine, ti faranno la festa finale, con tanto di sparizione del tuo brevetto dagli archivi mondiali. Pensateci bene, e se gli anzianotti frugheranno bene nelle loro menti, ricorderanno certe notizie alla radio, o notizie alla televisione, cui a quei tempi non hanno fatto caso.

Anche se si è costretti a usarli, i brevetti, sono una farsa legale per cercare di impedire agli altri di copiare, quello di cui puoi stare sicuro, è che lo faranno lo stesso, a causa delle inique leggi di ogni nazione. Solo le grandi industrie multinazionali, riescono, grazie ai soldi che possiedono, a fare in modo che nessuno li infastidisca, le piccole aziende possono solo subire, visto che le cause per la tutela internazionale dei prodotti, costano un mare di soldi.

So che in questo momento state facendo una bella ghignatina, ma sì, il metodo del copia e incolla informatico, tanto perpetrato da paesi esteri, non è per nulla tutelato in nessuna maniera, quindi oltre il danno anche la beffa. Bisogna che sradicate dalla vostra mente, una volta e per tutte, che, le cosiddette invenzioni, sono in realtà esaurite da ormai molto tempo, quindi chi vada sbandierando a destra e a manca di aver inventato qualche cosa di mai visto, questo in realtà, trattasi di un riammodernamento di un qualcosa che esisteva in precedenza.

Ve lo dice uno che da anni fa anche l’inventore. Le uniche procedure che si possono definire invenzioni, sono quelle in campo biologico, chimico ecc.. anche se in realtà sono più che altro delle scoperte. L’invenzione in realtà, non è altro che la copiatura di un precedente prodotto, con modifiche personalizzate e/o accorgimenti vari, che migliorano e perfezionano il precedente.

Questo metodo geniale di inventare novità, risale alla notte dei tempi. Uno ha preso una forchetta con tre denti, ne aggiunge uno, et voilà, ha inventato e brevettato la nuova forchetta a quattro denti. I mass media, ci hanno abituato da anni a comunicarci chi ha inventato cosa, ma nessuno spiega mai i veri presupposti delle invenzioni.

Ad esempio, tutti sanno che il nostro premio Nobel, Guglielmo Marconi, si pregia di aver inventato la radio e il radar, solo che detta così, ha un sapore di falsità. Perché? Marconi clonò l’idea della radio da Nikola Tesla (dopo essersela fatta spiegare), e quella del radar da Christian Hülsmeyer, geniale inventore tedesco che lo ideò nel 1904. Anche Nikola Tesla, che resta il più grande e geniale inventore dei nostri tempi, ha preso in prestito e spunto dalle idee di Roger Boscovich (1711), che era un mago di dieci spanne più alto di tutti. Questi, fu il primo a redigere la teoria della procedura atomica, e tutti i concetti e fondamenti di base dell’elettricità, che permisero a Fadaray e a Nikola Tesla di rivoluzionare le loro invenzioni e scoperte. Molti non lo sanno, ma Boscovich, nei 70 e passa libri che ha scritto, ve né uno, sulla relatività e vari fattori della teoria dei campi unificati, teorizzati cento e più anni prima ancora che lo facesse Albert Einstein, quindi anche il più famoso Nobel tedesco ha attinto, o preso in prestito, l’idea di un altro.

Ovviamente non c’è assolutamente nulla di male in questo, anche perché non ci sarebbero progresso ed evoluzione senza questo metodo. Ogni idea deve sempre essere rielaborata da altre menti. La cosa magnifica, sarebbe che almeno si citassero nomi e modalità di quello che s’inventa, in modo da rendere almeno un omaggio intellettuale, a chi ti ha dato lo spunto per realizzare la tua opera. Anche questa è una forma di educazione sociale.

Finisco questa parte con un mio personale esempio, un’invenzione realizzata da me e da un caro amico nell’83, che è stata brevettata in 16 paesi del mondo ed è installato sulle auto di molte case automobilistiche. Quello che abbiamo fatto noi, è stato prendere un elemento standard installato sulle autovetture, lo abbiamo re-ingegnerizzato, riammodernato, reso completamente elettronico e cambiato da zero il design, ottenendo così un fantastico nuovo prodotto, innovativo e alla moda. Voi che siete intelligenti, capirete, che in realtà non abbiamo inventato niente, eppure l’hanno brevettato come invenzione. A ciascuno di voi la valutazione più logica.

Valori, principi e risorse.
Non dimentichiamo, che, oltretutto, questa voglia di riuscire a raggiungere la tanto agognata ricchezza, oltre a calpestare tutti i valori e principi fondamentali dell’essere umano, si schiacciano, o per meglio dire, si distruggono completamente, i valori del nostro ambiente e tutte le risorse del nostro amato Pianeta.

Un Pianeta, che tutti pensano, essere solo un ammasso di terra, da sfruttare o disfare a proprio piacimento, solo che nessuno si rende conto, che questo è un Pianeta vivo e che pulsa di vita eterogenea, che ci ospita dandoci tutto ciò che serve per la nostra vitale sopravvivenza. Il problema è che l’essere umano, distorce e capisce le cose nella maniera a lui più congeniale.

Continuare a cercare di sfruttare delle risorse con una capacità finita, equivale a un vero suicidio. Gli imprenditori di oggi, pensano che le risorse del pianeta siano infinite, che in ogni modo si potrà continuare per secoli a perforare, estrarre e abbattere qualsiasi cosa su questa terra, con l’intento di trasformarlo in un prodotto.

Tutto questo, ovviamente solo per continuare a osannare il dio denaro, giacché i vantaggi per le popolazioni, restano sempre le stesse e non cambiano mai. Dovete sapere, contrariamente a quello che vi fanno sempre credere, che una delle risorse che veramente in questo momento non scarseggia, è proprio quella fantastica materia prima chiamata Petrolio. Rispondo subito a coloro che potrebbero evidenziare alcuni fatti di cronaca, in merito ad alcune Nazioni Criminali, che vanno a rubare il petrolio in altri paesi. Questa materia prima, ovviamente non si trova dappertutto e casualmente proprio in quella nazione ve né poca, quindi poiché hanno un debito pubblico a livello planetario e sono in sostanza in bancarotta peggio di noi, non trovano di meglio che adottare sistemi come le esportazioni di democrazia, per risolvere i loro problemi di approvvigionamento e di commercializzazione di droga e stupefacenti.

Ricordatevi sempre, che qualsiasi cosa succeda su questo Pianeta, in qualsiasi campo, come credenze o in qualsiasi altro frangente, e che da sempre è la causa di qualsiasi evento nefasto, è sempre e solo da imputarsi alla sete di denaro. Qualsiasi evento negativo, è nascosto dietro a fantomatiche facciate, come omicidi, stragi, religioni, aggressioni, terrorismo o qualsiasi altra stronzata, con il solo scopo, di non farvi capire che si tratta di pure e semplici rapine, commesse per sottrarre immense ricchezze, a danno di altre popolazioni.

È il motivo vecchio quanto il mondo, e risale da quando esiste l’uomo su questo pianeta: se non si ha con che pagare, si ruba, tutto lì. Tutti liberissimi di dire e dare tutte le versioni e giustificazioni che volete, alla fine il risultato dell’equazione non cambia: denaro. Che poi attraverso i media, vi facciano credere al terrorismo, al fanatismo religioso, a malattie naturali, a deviazioni o qualsiasi altra aberrazione si possano inventare, il motivo, dietro, a lato, sopra, sotto o in fondo resta sempre lui: il denaro. La cosa tragicamente buffa, è che tutti credono a tutte le stronzate dispensate dai media in maniera sfegatata.

Coscienza bilaterale.
La cosa brutta è che l’essere umano respinge qualsiasi altra forma di verità, diversa da quella “emanata” dal dio televisivo. Cominciai a odiare il denaro, quando a 10 anni, mi dovevo sorbire ogni volta un paternale lavaggio di cervello, su quanto costa guadagnarselo, su cosa bisogna fare per averli, su quanti sacrifici bisogna fare, ogni santa volta che chiedevo 50 o 100 Lire (0,025 e 0,051 centesimi di Euro per le nostre giovani generazioni).

I genitori, non si rendevano neanche conto, dei sensi di colpa che incidono nella mente di un bambino con queste cazzate come il denaro, inventate oltretutto, da idioti del passato per soggiogare l’essere umano. Immaginatevi quindi, com’era ridotto un bambino quando arrivava a chiedere Mille Lire! (Battuta!)

Una parola che si sente sempre a ripetizione, specialmente ai giorni nostri, è fregarsene. Così è, sicuramente molto facile, scarica la coscienza, meno peso sulle spalle, e ti dà quel falso senso di libertà, liberandoti dagli eventuali sensi di colpa che potresti avere a causa del tuo inconsapevole parassitismo sociale.

Devo dire, che mi trovo nella posizione di non poter condannare totalmente una persona che segue questa filosofia di vita. Effettivamente, qualsiasi modo di vivere, di pensare e di parola, c’è totalmente imposto, e se ci pensate un attimo, noi che vogliamo vivere liberi e assolutamente autonomi nelle nostre decisioni, siamo costretti a subire un adattamento forzato, per poter convivere in questa società.

Tutto ciò, ti porta ad avere un continuo conflitto interiore, una continua battaglia tra quello che vorresti fare giusto e bene, contro il menefreghismo totale che causa inconsapevole parassitismo, a danno di coloro che vorresti aiutare. Immagino, che finché uno non riuscirà a forzare il lucchetto dell’agiatezza sociale in cui vive, e che ti aprirebbe la porta della condivisione umana con il tuo prossimo, sarà condannato a portare sempre dentro all’anima, questo dolore inconscio che avvelena la vita di chi vive in evolute società. Non ho l’abitudine di giudicare nessuno, evito quindi, di continuare con questo tema e lascio a voi quale deduzione ne vogliate trarre.

Arrivare al limite.
Nella totalità di tutti questi ragionamenti e riflessioni, e avendo un quadro così disgustoso, della situazione in cui mi sono trovato per molti anni, in quest’ambito lavorativo, sono giunto alla saturazione del mio essere. Vedere che, nonostante il mio strenuo tentativo di insegnare metodo, ricevevo in cambio solo totale disinteresse per l’essere umano e piena prostrazione per il dio denaro, decisi che era il momento di tirare decisamente il freno a mano e smettere di perdere tempo con chi non meritava più di essere aiutato.

Fu incredibile vedere nei loro occhi, smarrimento all’annuncio del mio abbandono, “Ma ora come devo fare? Sì ma come faccio io? Che cosa succederà ora all’azienda?” La mia risposta è stata la stessa per tutti: “Mi avete sempre detto che voi siete qui, che voi siete là, che voi avete fatto questo, che avete fatto quello, che voi siete l’azienda, quindi? Dov’è il problema? Anche se sono un consulente esterno, io sono un numero come i vostri dipendenti, pertanto uno più o uno meno non fa la differenza. Giusto? Cercate solo di fare in modo, che vi rimanga bene impresso a fuoco nel cervello, che i vostri dipendenti sono l’azienda, non voi”.

So già che le cose non cambieranno di una virgola, anzi, dopo un certo lasso di tempo, venni a sapere che cominciarono anche le prime defezioni tra le aziende satelliti e i dipendenti. E l’altra cosa che ero certo che non sarebbe cambiata, è l’arrivo del saldo delle mie competenze, da buoni affaristi vendicativi, si dilettano nel distrarsi ai richiami nel ricordarsi di saldare il pregresso.

A questo punto dopo essermi ritrovato senza lavoro, dopo aver assistito al voltafaccia di molti parenti e soprattutto, amici scioccati dalle mie decisioni, e dopo aver ponderato a fondo l’idea di continuare in campo industriale, ho deciso di rimettermi in gioco usando una strategia completamente diversa, usare un approccio che so già che non piacerà ad alcuni (sapete già chi sono), ma sono sicuro che troverà molti consensi anche per le idee in sé.


Quanto sopra, è solo una parte condensata delle motivazioni che mi hanno spinto a prendere questa decisione, andare oltre nel racconto, diventerebbe un mattone oltremodo pesante, e fin qui lo è già stato abbastanza. Credetemi, effettivamente si potrebbe scrivere un romanzo dedicato a quello che ho visto e vissuto nel mondo industriale, ma credetemi che parlare di loro in questo momento è solo tempo perso e non lo meritano. Lasciamoli alle onde dei loro eventi.

Vediamo ora se il fine può essere di vostro gradimento e se la passione per la creazione di un nuovo mondo può solleticare il vostro interesse.







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