2projects4all
Due progetti per tutti!

Il fine del progetto 2projects4all

I propositi del progetto 2projects4all.

Il fine, lo scopo, il traguardo, la meta, tutta terminologia di puro arrivismo, concetti che indicano il punto finale ma non il percorso. Il percorso per la nostra destinazione, sicuramente non sarà privo di ostacoli, certamente ci inoltreremo in qualche percorso sbagliato e potremmo anche perderci, ma voltandoci a guardare indietro, sicuramente non arrecherà dispiacere, perché l’importante non conta su quale strada ci imbarcheremo, quello che importa è intraprendere e avventurarsi per arrivare a concretizzare la giusta destinazione. Dobbiamo tracciare una rotta che sicuramente sarà costellata da mille frangenti, ma, come buoni marinai di un tempo, affronteremo con la dovizia e corretta partecipazione che sarà per noi la più congeniale.

I punti.

Ricordati che passione, allegria e visi sorridenti dovranno essere solo alcuni dei nostri punti di forza, da noi vanno allontanate tutte le negatività e gli ostacoli che si prospetteranno lungo il cammino, e credetemi se vi dico che saranno veramente tanti. Questo non vuol dire che non ci si potrà incazzare quando il momento lo richiederà, solo che deve sempre avere il sopravvento l’umana coscienza e la positività estrema. Come vi chiedono di aver sempre fede incondizionata nel Dio in cui dovreste credere, alla stessa maniera dovete credere in voi stessi e su quello che volete fare e creare nella vostra vita.

Nessuno ha il diritto di intromettersi e convincervi che state sbagliando o state facendo qualche cosa d’incorretto. Ognuno di voi è venuto in questo mondo per realizzare qualche cosa di straordinario, com’è certo che ognuno di voi possiede un dono speciale, e non importa se non avete studiato, non avete una laurea e non avete mai svolto lavori manuali. Cada creatura di questo meraviglioso Mondo nasce con un dono, e sta a voi decidere se metterlo a frutto o no. È inutile stare a piangersi addosso o incolpare sempre a qualcuno o al sistema. Se uno si lascia piovere addosso tutto quanto, senza cercare mai perlomeno di tentare di cambiare qualche cosa, allora sì che è giusto che uno si barrichi in un angolo e passi il suo tempo a piangersi addosso. Ricordatevi però che è una vostra scelta.

Per quelli che dicono “tanto non c’è niente da fare”, dico solo che per lo meno evitino di ostacolare chi tenta di fare qualche cosa. Io non so voi, ma piuttosto che darmi per vinto in qualsiasi cosa, preferisco buttarmi da un Bungee Jumping alto 1.000 metri.
Errori e demonizzazioni.
Anche se odio fare questo genere di paragoni (perché si continua in maniera subdola a farti intendere che la guerra è una cosa giusta), dovete immaginare che è come combattere una guerra, si ha contro tutto il sistema, che come un animale ferito a morte cercherà di trascinarvi nel suo nero baratro. La gente cattiva e invidiosa che non riesce a comprendere queste righe, sarà sempre presente per ricordarvi che state sbagliando, che così non è giusto e che se non farete come dicono loro sarà la catastrofe finale.

Da parte nostra, sappiamo già di non essere immuni agli errori, e se tali dovranno esserci, a questi errori cercheremo di porre rimedio, come intelligenza impone! Cosa pensate, che io nei miei 30 anni di carriera non ho mai commesso errori o qualche altra amenità? Guardatevi dall’essere umano infallibile, nessuno è perfetto! Il problema che oggigiorno tutti hanno imparato, è che gli errori in buona fede, vanno giudicati, demonizzati, mortificati, condannati e usati come arma estrema per distruggere la credibilità dell’avversario.

Nessuno si sofferma per un momento a riflettere, che siamo tutti umani e che l’errore è il primo passo per l’apprendimento. Nessuno guarda o fa caso a questo, fino a che non sei colpito direttamente, solo allora ti rendi conto, che il primo a sbagliare sei stato tu. Questo succede dalla notte dei tempi, chiunque vi dica il contrario è un bugiardo o un indottrinato, in altre parole, una di quelle povere persone a cui il lavaggio del cervello mediatico, ha ormai causato un danno irreversibile.

Tutti i migliori scienziati, premi Nobel, presidenti, industriali, papi, uomini di legge, d’affari, avvocati, giudici e via dicendo, nella loro vita hanno commesso errori madornali e inenarrabili, solo che il sistema ti abitua fin da piccolo a dipingerli come esseri perfetti e senza macchia, veri e propri modelli d’ispirazione per una tua eventuale competizione nella vita. Il progetto 2projects4all, merita la vostra dedizione e partecipazione, perché tanti di voi possano dare il meglio di se, e soprattutto perché con la nostra riuscita, avremo la possibilità di replicare questo successo in maniera esponenziale in ogni parte del mondo, ampliando la compartecipazione di migliaia di persone che potranno finalmente costruire un lavoro a misura dell’essere umano.

Mentre vi scrivo, scende la pioggia, ed io, come nel quadretto di un’opera fiamminga, scrivo davanti alla finestra mentre la pioggia batte sul vetro senza fare troppo rumore, e se guardo fuori, vedo gli alberi tra le case che cominciano a dare i primi segnali d’autunno, dando un ulteriore caldo piacere a scrivere nel calduccio di casa. Voi immaginatevi in uno chalet di montagna, seduti in un comodo sofà davanti al caminetto, con il fuoco acceso, mentre leggete questo romanzo, con in mano una tazza di caldo cioccolato.. questi, per me, sono veri piaceri di vita e non l’acquisto del cellulare ultimo grido che tutti agognano.

Mercato traviato e conseguenze.
Prima di tutto, occorre analizzare cosa e quali sono gli eventi che fanno maturare l’idea e a quale risultato si vuole arrivare. Siccome avrete già compreso che parliamo di avviare delle realtà industriali, dobbiamo altresì intendere, di quale operatività manifatturiera si occuperanno queste due nuove realtà.

Diversamente da come decidono altri imprenditori, io analizzo in primis, ciò che l’essere umano potrebbe aver bisogno nel breve e lungo termine, sia nel campo della vita quotidiana, che in quella meno esaltante di eventi avversi. Negli ultimi 15 anni, per i miei clienti, ho sviluppato (purtroppo), parecchi prodotti che a oggi imperversano nei mercati nazionali ed esteri, sono prodotti che sono realizzati per il largo consumo, tutti con la medesima finalità del usa, si rompe, si getta, quindi comprane un altro. L’80% della produzione mondiale di manufatti, è improntato a questo fine, il cliente è martellato con pressante pubblicità, che lo convince a comprare e ricomprare lo stesso prodotto o altri articoli della stessa marca anche se durano poco e concettualmente fanno pena.

È brutto, ma purtroppo il mercato globale è così, in particolar modo da quando i paesi asiatici hanno invaso il pianeta con la loro merce. Voglio anche farvi sapere, che non è vero che Italia non si può produrre a basso costo, si può eccome, il problema è, che gli imprenditori, scelgono sempre la quantità a discapito della qualità per stare al passo della concorrenza. Ma quali sono i fattori chiave che compromettono questo meccanismo? Due: la pubblicità, e il non dare al cliente la possibilità di recuperare parte dell’investimento fatto con l’acquisto del prodotto, con la diretta conseguenza della mancata fidelizzazione del cliente.

Per quanto riguarda la pubblicità, ogni anno, vengono spesi dalle industrie, centinaia di milioni di Euro per il lavaggio di cervello mediatico. Questo metodo, ha fatto perdere a ogni essere umano, la capacità e la facoltà di ponderare e prendere decisioni, anche quelle più semplici. Anche se ora sentirò un gran boato urlato da voi per questa mia affermazione, vi dirò che nella vita tutto si può risolvere in maniera semplice quando le cose sono complicate. La maggior parte delle volte siamo noi stessi a complicarle, semplicemente perché ci hanno insegnato e educato a complicarle nella miglior maniera possibile. Il raziocinio umano è basato sulla semplicità, solo che con il passare del tempo, e con le deviate indicazioni di chi sta al comando, ci hanno sempre più spinto verso la totale frenesia, argomento questo che è la complicazione di qualsiasi attività e relazione umana.

La calma e la ponderatezza, elementi chiave della vita, non esistono più. Le conseguenze di queste scelte di esistenza, sono la causa delle peggiori condizioni di vita, che, oltre alle complicazioni materiali, minano la salute mentale e fisica degli esseri umani.

Come mi compro un frullatore.
Vi faccio un esempio esplicativo. Un potenziale cliente è davanti alla Tv, prima guarda la pubblicità di un frullatore di marca “Mio” di produzione Asiatica a 39,99 Euro, motore da 150 W, bei colori, vaso di plastica, tante funzioni, bella confezione in cartonplastica a colori, concorso per vincere il premio “X”, vacanze per il premio “Y” ecc.. In seguito, guarda la pubblicità del frullatore di marca “Tuo” di produzione Italiana da 160,00 Euro, costruito con telaio d’acciaio, verniciato a fuoco, motore da 430 W, vaso in vetro, coperchi e cofano in materiale plastico di Canapa riciclabile 100%, multifunzione, schede elettroniche riparabili, solida garanzia, parti di ricambio a vita, confezione in materiale riciclabile, veri manuali d’istruzione e di manutenzione ecc..

Secondo voi, il nostro potenziale cliente cosa comprerà? Facile da intuirsi, il primo! Il primo pensiero che l’utente farà è quello che tutte e due frullano, quindi questo taglia la testa al toro, gli altri ragionamenti saranno del risparmio di prezzo, poi che è bello, che ha una bella confezione, e che ha la possibilità di vincere qualche premio. Per ultimo, nella sua mente, risuoneranno i messaggi già archiviati da molto tempo, ossia, che tanto poi uscirà il modello nuovo, che tanto durano poco e che quindi conviene spendere meno.

Questi tipi di riflessione, secondo voi, non lasciano un sapore amaro in bocca? Non vi fa capire che questo potenziale cliente, non si è soffermato neanche per un momento a vagliare e a mettere a confronto i due prodotti? Gli articoli di provenienza Asiatica o Europea a basso costo, sono concepiti per durare dai 6 mesi a un anno massimo in efficienza, poi inizia un rapido decadimento, quindi, calcolando che una persona passerà una vita media di lavoro in cucina di 20 anni, fate voi il calcolo di quanto spenderebbe un cliente per comprare frullatori da 40 Euro per i prossimi 20 anni.

Oltretutto il cliente non ha neanche pensato che questi prodotti a basso costo non hanno quasi mai ricambi, anche perché se fossero disponibili, state pur certi che il loro costo non giustificherebbe una riparazione, quindi la migliore opzione è quella di comprarne uno nuovo, contribuendo così con questo sperpero e a inquinare sempre di più con prodotti non totalmente smaltibili e riciclabili.

A titolo di precisazione, le cifre indicate sono solo per un esempio pratico, lo specifico, perché se andate a curiosare in rete, troverete frullatori di marche altisonanti e blasonate che sono venduti fino a quasi 2.000 Euro, ma se li guardate bene, noterete che molti sono realizzati interamente in plastica, compreso il vaso, hanno una ergonomia indecente e a mio parere eccessivamente elettronicizzate, cosa che incide pesantemente come ricambistica e per un’eventuale riparazione. Ormai siamo ai livelli di voler portare un frullatore al pari di un’astronave.

Vorrei proprio vedere, chi compra un simile frullatore computerizzato, ed effettivamente constatare quante di quelle funzioni usa per i suoi bisogni, due? Tre? Perfino i frullatori che hanno un semplice commutatore elettrico rotativo a 6 posizioni, sono al massimo usati fino alla posizione 4, figuriamoci arrivare alla 6! Ve lo dice uno, che metterebbe l’elettronica anche nel piatto della pastasciutta! Quindi, chi spende una simile cifra, lo fa solo per poter dire: “Io ce l’ho!”, e non perché ha effettivamente bisogno di un frullatore computerizzato. Un elettrodomestico o qualsiasi altro dispositivo, deve essere utile e non diventare inutile.

Assistenza, una grossa incognita.
Tutto il parco clienti deve rendersene conto, che meno si spende, più si spende. Di questo siatene certi. Questi prodotti a basso costo, hanno poco o nulla di assistenza, ricambistica praticamente inesistente, non avete possibilità di parlare con nessuno tramite i famosi numeri verdi, se non solo per sentirvi dire in continuazione che dovete pagare per qualsiasi cosa voi chiediate (oltre alle telefonate in attesa dai costi esorbitanti), e se avete la fortuna di riuscire a mandare il vostro amato elettrodomestico in un centro di assistenza, potete star certi che quando vi chiameranno per andare a ritirarlo, vi troverete alle prese con amare sorprese.

L’ultima spiaggia rimane un tecnico riparatore, che a parte inventarsi qualcosa per sopperire alla mancanza di ricambi e l’uso massiccio di colla, vi appiopperà come minimo una mano d’opera da 25 Euro l’ora, lasciandovi l’angosciante l’interrogativo, se non convenga comprarne uno nuovo, anziché spendere quasi la stessa cifra per avere un prodotto rattoppato. Risparmiate, ma state tranquilli che ci rimetterete sempre.

E per coloro che potrebbero obiettare che non tutti si possono permettere un frullatore da 160, 200 o 400 Euro, rispondo, che se gli Italiani si comprano cellulari da 500/900 Euro pagandoli anche a rate, lo stesso lo possono fare per un bene essenziale come un frullatore che usi per far da mangiare! Con il cellulare non prepari nessuna pietanza e in più lo butti via dopo un paio di anni, mentre invece un prodotto di qualità te lo coccoli tutta la vita.

Un esempio di gratuità.
Tramite i media, in ambito commerciale, voi sentite sempre solo due parole: Gratis o Regalo. Anche su questi termini incantatori, il cliente, dopo 50 anni di televisione, ancora non ha imparato che le industrie non regalano niente, e che le cose che omaggiano o vi danno gratis le pagate sempre e comunque.

Automobili, cellulari, viaggi, gioielli e qualsiasi altro ben di Dio, vi viene sbattuto davanti agli occhi e alle vostre orecchie pur di convincervi a comprare. Ma, scusate, qualcuno di voi ha mai visto uno di questi regali? Qualcuno di voi ha conosciuto persone che hanno ricevuto questi regali? Io, mai. Chiaro, mi potete dire che l’amico, dell’amico di un vostro amico a sentito dire che tal tizio ha vinto il premio, ma voglio ripetermi, qualcuno ha visto una impresa che ha consegnato la vettura in mano al vincitore? Mi ripeto di nuovo: io no.

A me non è sufficiente vedere dépliant e volantini, o che mi facciano vedere un lungo elenco di vincitori sulla pagina web del sito dell’azienda. I giochi a premi, sono sotto controllo dei Monopoli di Stato, dove bisogna registrare i concorsi pubblici che uno intende fare, ma voi pensate che ci sia qualcuno che controlli se i premi dichiarati siano effettivamente consegnati? Ai tempi d’oggi, con gli inganni e le truffe mediatiche, dove si inventano interi attacchi terroristici, con tanto di foto e filmati, come pensate di credere che qualcuno vinca un premio?

Sicuramente qualcuno c’è, in qualche concorso magari fatto da un paio di industrie serie. Uno su cinquecentomila o forse più? Dovete accettare che le leggi dell’industria sono peggiori di quelle della politica, non per niente chi comanda attualmente in ogni nazione non è più il popolo sovrano, bensì solo le mega industrie. Quindi immaginatevi se questi scanna gatti si permettono il lusso di regalarvi qualche cosa. Vi daranno sempre e solo l’illusione di farvi omaggio di qualche prodotto, ma state pur certi che il costo è già spalmato sui prezzi di vendita.

Un po’ come il Wi-Fi gratuito della tua città, sì è vero, hai l’accesso libero e nessuno ti chiede soldi, finché non ti accorgi che le spese di mantenimento degli impianti te le ritrovi nelle tasse comunali, nelle bollette o in qualsiasi altro balzello. L’unico che gode della gratuità del Wi-Fi è il turista che passa per la tua città e poi se ne va, e allora diventa chiaro che tu hai pagato anche per lui. Ma non ti preoccupare, perché se farai rimostranze su questo particolare, ti diranno, che quando andrai tu nella sua città recupererai la spesa!

In Italia funziona sempre così, prima paghi e poi forse recuperi. Che cosa puoi aspettarti, da un governo che ti chiede di versare un acconto in anticipo sui tributi che devi prevedere di incassare l’anno prossimo?

Fare un passo indietro.
A qualsiasi cosa in questa esistenza hanno dato un valore in denaro, perfino alla nostra stessa vita hanno dato un valore economico. Questo è un assurdo, sono contraddizioni che ci devono far riflettere, per metterci nella posizione di far compiere all’essere umano, un deciso dietro front in questa atipica e deleteria cultura commerciale. Fare un passo indietro, non è mai una sconfitta, anzi, è sinonimo d’intelligenza, perché dimostra che un uomo o una donna che sbagliano, capiscono l’entità dei loro errori e cercano di porre rimedio.

Questo non può far altro che portare onore, ovviamente in totale contrapposizione, con gli intelligenti trasformisti completamente candidi agli errori, quelli che ti dicono sempre: “Sì c’è stato un errore però..”, però continuano a farli e a porvi rimedio non pensano mai. Quindi dovremo guidare per mano i consumatori a intraprendere una strada alternativa, che gli permetta di guardare con occhi diversi il suo metodo di ragionamento e di acquisto. Occorre fargli intendere, che è ora di seguire un metodo tradizionale e sicuro come si faceva un tempo. Dobbiamo arrivare al punto, in cui le associazioni dei consumatori, debbano cessare di esistere, perché è l’azienda che deve tutelare il cliente senza mediazioni di parti terze, che, purtroppo, sono un chiaro sintomo di poca solidarietà con il nostro prossimo.

Una delle basi principali di questa operazione, sarà proprio quella di impiantare due aziende che abbiano un passo costante e tranquillo, la fretta e l’esasperazione tecnologica che sommerge tutta l’umanità, con noi deve cessare. Si avrà un ritmo che ci permetterà di infondere ai nostri clienti, tranquillità, gentilezza, un ricco sapore di tranquillo avvenire, fratellanza e appoggio incondizionato al cliente fidelizzato.

Per raggiungere tutto questo, occorrerà rieducare la clientela ai vecchi valori, ai giovani occorrerà indicare una strada alternativa a quella frenetica odierna, con la speranza che loro stessi a loro volta, si facciano promotori di una scelta migliore. Si cercherà di far capire che il ritorno alla qualità è l’obiettivo principale per una vita più serena, con la sicurezza di avere sempre l’appoggio dell’azienda produttrice ogni volta che ne farà ricorso.

Ricambi, riciclaggio e inquinamento.
Vi rendete conto, che ancora oggi se cercate ricambi di un prodotto realizzato negli ultimi 10 anni non ne trovate neanche uno, mentre invece per quelli realizzati 50 anni fa se ne trovano ancora anche se abbastanza raramente? Capite l’assurdità della cosa? Volete sapere il perché di questo particolare?

Un esempio molto semplice, lasciando da parte i prodotti esteri, nel nostro paese, una delle mille maniere che il nostro governo ha trovato per depredarci ancora dei soldi, è stato quello di applicare ogni fine anno, delle imposte sulle rimanenze a magazzino delle industrie. In parole povere paghi le tasse su quello che ancora non hai venduto. Ovviamente l’imprenditore dice: “Perché devo rimetterci per gli altri?”, quindi la miglior soluzione lui è quella di non tenere ricambi.

Il rapporto medio delle industrie sulla ricambistica è di 10/1.000, in altre parole tengono 10 ricambi ogni 1.000 macchine (di qualsiasi tipo) prodotte. Questo rapporto è valido solo se si tratta di ricambi che sono venduti a prezzi giusti e corretti. Diverso discorso è per quei ricambi, tipo quelli automobilistici, che sono venduti a prezzo d’oro. Credetemi che in certi casi ho visto applicare ricarichi che possono arrivare anche al 3.000%, allora sì che vale la pena di averli, visto che le tasse perse le recuperano da voi. Se li vuoi, è così, sennò è così lo stesso, questo è il loro fraterno ragionamento. Qualcuno vi suggerirà che queste sono tutte fandonie, solo che la verità non avete bisogno di sentirla da me, anche perché nessuno a le verità in tasca, è sufficiente guardare a che velocità i vostri soldi escono dal vostro portafoglio per ravvisare come vi ripuliscono elegantemente a ogni acquisto effettuato.

Oltretutto acquistate articoli che nascono senza speranza di poterseli godere per un tempo prolungato, e che possano essere riciclati al termine della loro esistenza. Vi siete mai chiesti quando un cellulare si guasta, quanti ne sono riparati? La media mondiale è di 5 ogni 1.800 per guasti che riguardano più che altro, problemi di contatti ma non di elettronica, il resto non si ripara. Quasi sempre, i cellulari sono rimandati indietro con la definizione irreparabile, e con l’offerta di ritiro per l’acquisto di uno nuovo. Questi vengono ricondizionati e i più sono venduti nei paesi emergenti.

Quindi, da noi, tutto si butta e nessuno decide di tenere qualsiasi oggetto per un tempo maggiore di 2 anni, ed è già tanto. Giusto perché lo sappiate come nota informativa, a inizio anno 2017 hanno terminato la raccolta dati, per sapere quante SIM per cellulari sono state vendute nel mondo, ebbene abbiamo raggiunto la cifra astronomica di 7,5 miliardi di schede telefoniche. Pensate che un cellulare, è uno dei tanti prodotti al mondo, costruito con i materiali più tossici che esistono e che non sono riciclabili. Provate solo a immaginare, quando questi sono buttati, il danno ecologico che provocano all’eco sistema.

Ricordatevi che i colpevoli, non sono solo coloro che producono, ma bensì anche noi che li compriamo! Se noi chiedessimo prodotti più eco compatibili, e non comprassimo più quelli che non lo sono, obbligheremmo le industrie ad adeguarsi per poter vendere. E non fatevi ingannare, a credere a quelli che vi dicono che i cellulari sono riciclabili, perché da questi apparati sono recuperati solo l’oro e altri metalli nobili, cosa che per il loro recupero, provocano un ulteriore inquinamento ancora più pesante perché fanno ricorso ad acidi speciali e triturazioni varie che poi non si sa come li smaltiscono. Rimane comunque il mistero, di che cosa facciano dei restanti scarti del telefono, fanno tanti bei documentari da vedere in TV su come avvengono questi trattamenti, ma alla fine ti raccontano sempre quello che vogliono, assicurandoti che comunque riciclano.

È un po’ come la favoletta dell’Idrogeno per le auto, dove ti esaltano dicendoti che è pulito, non inquina e che è ecologico. Tutto verissimo, solo che trascurano di dirvi quel piccolissimo particolare, ovvero, che l’idrogeno non esiste in natura, quindi deve essere estratto dai gas naturali, tramite processi inquinanti, inoltre richiede molta energia per produrlo (un paradosso no?), è molto pericoloso a causa della sua alto punto d’infiammabilità ed esplosione, ha bisogno di particolari e costosissimi contenitori per il suo stoccaggio, gli impianti di distribuzioni sono molto costosi e poco sicuri, ha problemi a causa del suo basso rendimento, libera ossidi di azoto nell’atmosfera ecc.. eppure i media di tutto il mondo, lo dipingono come la Panacea di tutti i mali.

Ma scusate, sono più di 20 anni che le case automobilistiche fanno ricerca sull’utilizzo dell’Idrogeno. Perché allora di auto a idrogeno in giro ancora non se ne vedono? Perché non è mai iniziata una distribuzione? Ovvio, non riescono a costruirla, però marciano bene con tutte le sovvenzioni che si mangiano per la ricerca! In quello sono molto efficienti. Se dessero in mano a noi, i soldi dei finanziamenti spesi fino ad ora per la ricerca sull’idrogeno, potremmo aprire 50 stabilimenti in tutto il mondo contemporaneamente dando lavoro a circa 4/5.000 persone contemporaneamente con un indotto fino a 9/10.000. Tralasciamo il tema, perché ci addentriamo nel famoso argomento di come ci rubano i soldi, e questo, come ho già scritto, non è il luogo per parlarne.

L’obiettivo non è vedere quanto dura, ma cercare di farlo durare di più.
Continuando nella descrizione, il primo stabilimento di produzione, si occuperà di produrre articoli sviluppati secondo una concezione molto semplice, ovvero, progettare, costruire, assemblare prodotti a misura di essere umano, solidi, robusti, pratici, tecnologicamente avanzati ma riparabili, belli, strutturalmente intelligenti, totalmente riciclabili nel vero senso della parola e assistiti con ricambistica rapida ed efficiente.

Cercate di ricordate una cosa molto importante e basilare, se un prodotto è costruito con tutti i crismi di una corretta ed efficiente ingegnerizzazione, questi si guasterà molto raramente. I ricambi devono servire per l’usura delle parti, e non perché il prodotto si rompe in continuazione a causa dei difetti di fabbricazione.

Quando una persona è tanto frastornata dalla pubblicità, essa stessa, non si accorge nemmeno di quanto viene presa per i fondelli dalle industrie, che prima reclamizzano di essere un’azienda stupefacentemente avanzata, di possedere una tecnologia al top, e dopo i suoi prodotti non durano praticamente niente o sono pieni di problemi. Vi accorgete delle contraddizioni a cui non fate mai caso? Sei il meglio e produci il peggio.

Tornando al nostro esempio del frullatore, quando il cliente decide di acquistarlo, deve avere la soddisfazione del suo acquisto, con la certezza che se per caso un giorno si dovesse stufare di quel modello, o se per caso fosse arrivato a fine del ciclo vitale, potrà restituirlo a noi, che provvederemo eventualmente a ricondizionarlo o a riciclarlo completamente. Il metallo si rifonde, la plastica si rifonde, cordoneria, avvolgimenti si riutilizzano, l’elettronica si riutilizza. La stessa qualità dei prodotti si farà pubblicità da sola.

Come vi accennai sopra, bisogna far ritrovare al cliente, il piacere di assaporare di nuovo quel vecchio passato di acquisto che tanta sicurezza ci dava (a noi più anzianotti). Se vi state domandando di quali tipologie di prodotti parliamo, vi rispondo che non vi è limite alla scelta e alla fantasia di articoli da realizzare. Occorre solo tenere presente che inizialmente si faranno quelli di primaria necessità, e via via che il meccanismo è in funzione, si provvederà a fare anche quelli meno essenziali.

Ho già pronti, circa 23 progetti inerenti quelli da largo consumo, solo che per il momento non ne possiamo parlare ne vedere, perché ovviamente non sono coperti da nessuna tutela o diritti, quindi è meglio evitare. In ogni caso non preoccupatevi, ce né in abbondanza, in totale parliamo di circa una sessantina di articoli, producibili e inquadrabili nel largo consumo e circa ventisei in quello settoriale.

Una nota che voglio dare in questo contesto, riguarda l’elettronica che sarà prodotta da questi stabilimenti. Diversamente da come fanno tutte le industrie del globo, questa elettronica, sarà progettata e sviluppata in una maniera tale, da permetterci il riutilizzo, e contemporaneamente sarà certamente riparabile.

Quindi niente fretta, niente corse contro il tempo, ma solo ottima qualità lavorativa. Per chi urla a gran voce, che nell’industria questo non è possibile perché ha un costo troppo elevato, rispondo che tutto ciò è una menzogna, prima di tutto perché se un circuito è ben progettato, si allunga di molto il suo ciclo vitale, (a parte per deficienze dei componenti stessi), secondo, se lo assembli con prodotti di qualità, la casistica di guasti è sempre molto bassa, e terzo, se un circuito è ben dimensionato, l’intervento umano nella riparazione è estremamente minimo.

La durata e l’incognita dell’elettronica.
Non vi dovete meravigliare se sul mercato trovate elettronica scadente e poco duratura, questi circuiti sono volutamente progettati per avere vita breve e per guastarsi dopo un tempo prefissato. Suona da fantascienza, ma è proprio così, alla stessa maniera, come nella fabbricazione delle plastiche, dove volutamente si alterano le miscele per renderle meccanicamente più deboli. Anche se suona ridicolo, è capitato perfino a me personalmente.

Circa 4 anni fa, in occasione della sostituzione di diversi computer grafici adibiti alla progettazione e alla modellazione 3D, acquistai 3 calcolatori dello stesso modello di una marca famosa e blasonata e all’ultimo grido, potentissimi, valanghe di memoria, hard disk capienti e schede video missilistiche con svariati Giga di memoria. Sono stati installati in ufficio, tutti protetti da stabilizzatori di tensione, sganci automatici, filtri di rete e coperti da una robusta rete di gruppi di continuità ridondanti (UPS). Ora, secondo voi, quante probabilità ci potevano essere, che a tutti e tre i pc si guastasse contemporaneamente la scheda madre (Motherboard)?

Una volta può succedere, due può anche essere un caso, tre mi pare proprio che sia una cosa voluta, non vi pare? Faccio presente, che sotto la stessa protezione elettrica, convivevano altre 4 stazioni grafiche, e queste sono tutt’ora in funzione. Quindi, nell’arco di due mesi, sono morti tutti e tre per la stessa malattia, invece i computer di vecchia generazione con già alle spalle 8 anni di lavoro, ancora macinano ore di attività alla grande. Poche persone sono al corrente, che anche nella componentistica elettronica esistono diversi livelli di qualità.

Similarmente a come si comprano le uova, dall’uovo grande, con la buccia spessa, di allevamento di terra e con un tuorlo rosso così, al piccolo, con la buccia sottile come un foglio di carta, il tuorlo trasparente e scadente di allevamento intensivo. In elettronica, ad esempio, quando si fabbrica il processore del vostro computer (CPU), si usa un procedimento, che porta ad avere dallo stesso wafer, nella medesima infornata, processori di uguale modello ma con livelli di prestazioni differenti. È testata la loro potenza, il rendimento sotto sforzo, infine a ognuno è data una classe di qualità che può andare anche oltre il 5 (l’uovo scadente). Capirà anche uno che non è competente in elettronica, che una grande società produttrice, non ci pensa nemmeno a buttare i processori che sono nati con bassa qualità, visto quello che costa produrli, ricordandosi poi, che dentro sono pieni di metalli preziosi come l’oro. L’unica cosa che può fare, è quello di metterli in vendita ad un prezzo giustamente più basso.

Ora, se in un circuito metto un componente di bassa qualità, questi è destinato ad avere cattive prestazioni, e quasi sicuramente una vita più corta. Così funziona il mondo dell’elettronica nella produzione industriale, chiaramente non sono tutti così, aziende di pregio che utilizzano componentistica sana, fortunatamente ancora esistono. Tenete solo presente, che se un prodotto costa poco, irrimediabilmente varrà e potrà dare poco.

Gli eventi che determinano una scelta di prodotti.
Ora analizzeremo una tipologia di articoli da realizzare con il primo progetto, e volgeremo uno sguardo, alle necessità portate dagli imprevisti naturali e artificiali, che in maniera sibillina, continuano a imperversare sempre più insistentemente nel nostro quotidiano, e che si espanderanno nel breve futuro.

Per prima cosa cercheremo di capire quali sono questi fattori decisivi, in modo da ragionare sulla metodica che occorre usare, per valutare la definizione di una linea guida produttiva. Aggiungo anche, che sicuramente molti di voi, non solo non crederanno a questo metodo, ma potreste anche non credere ai fatti che cercherò di illustrarvi, questo perché l'uomo è un animale gaudente, e finché va tutto bene non v'è niente che lo possa preoccupare o smuovere. Ovviamente, la soluzione a vostri eventuali dilemmi su queste informazioni, le potrete dipanare eseguendo voi stessi delle accurate ricerche, in modo da trarre le vostre debite conclusioni. Non si può criticare se prima non ci s’informa!

Qui non si tratta di credere o non credere di misticismo, destino, predizioni o quant’altro, qui si espongono solo fatti, informazioni delle quali, un’intelligenza concreta deve utilizzare al meglio e non al contrario. In ogni caso, sono per il prevenire anziché per il curare, quindi tenete presente che dobbiamo fare nostro e promuovere in maniera pressante la prevenzione, strumento prezioso, che è usato molto poco, ma di vitale importanza nel prossimo futuro. Ho approfondito molto il mio campo lavorativo, sulla prevenzione per cercare di salvaguardare al meglio la vita umana in se. Questa dedizione, è nata, prevalentemente da diversi fattori, che a suo tempo ho valutato e su cui sto lavorando da circa 8 anni.

Una spiegazione logica del perché, lascerà sicuramente molti di voi parecchio perplessi, mi riferisco a un vecchio detto: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, e peggior cieco di chi non vuol vedere”, in questa semplice frase, si riassume tutta la nostra egoistica capacità di vivere, certo talvolta inconsapevole, che però nulla toglie alla realtà attuale.

La televisione e i mezzi di comunicazione, ci tengono all’oscuro di tutto, si parla sempre e solo di soldi, debito, lavoro che non c’è, della strage giornaliera e dell’omicidio di turno trito e ritrito per distrarre la vostra attenzione. Non ci forniscono mai, altre notizie che riguardino eventi più importanti, a parte un terremoto là, o un’inondazione di qua (cessando di dare notizie dopo solo 2/3 giorni per evitare problemi al governo che non vuole aiutare i dannificati). La capacità dei governi nel mondo, di evitare o insabbiare le notizie è strabiliante, e, se per puro caso fossero costretti a darle, le distorcerebbero in maniera tale da farvi capire che il bene è in realtà il male, o viceversa a seconda del messaggio che vogliono inculcarci nel cervello.

Avete presente quando si scopre una piramide nel deserto sotto la sabbia? Di solito la prima cosa che spunta è la punta (apice), e a secondo di quanta sabbia togliete, la piramide diventa sempre più grande. Non riuscirete a intuire la sua vera dimensione, finché non sarete arrivati alla sua base, e solo allora vi accorgerete di quanto è grande la quantità d’informazioni che ci hanno sempre tenuto nascosto o sulla quale hanno mentito.

Questo è capitato anche a me nel corso degli anni, continuando a indagare su ciò che stava realmente accadendo nel mondo, ho avuto l’occasione di parlare con persone di grande spessore di ogni campo, da quello medico a quello scientifico, aerospaziale e meteorologico, giusto per intenderci, quelli catalogati e dipinti come bugiardi, truffatori, visionari e incolti da tutte le televisioni del mondo. Sarà che con molta probabilità, io sia un diretto discendente di San Tommaso, e quindi per principio non credo alle notizie finché non le verifico personalmente. Fatto sta, che con molti di questi scienziati e ricercatori, dati alla mano, mi hanno illustrato le loro deduzioni e conclusioni, mettendomi davanti alle reali evidenze che sono avvenute in passato, (e mai pubblicate) e che a tutt’oggi stanno accadendo, con le prospettive per il breve futuro. Per breve si intende nei prossimi 3/5 anni, quindi un tempo tristemente corto per cui loro stessi spronano chiunque a non perdere tempo.

Le cose a livello mondiale vanno sempre peggio, e non mi riferisco solo alla guerra, a causa dei ferri corti tra USA, Cina, Turchia e Russia, ma anche a tutte quelle notizie che i mass media e quelli del main stream hanno la proibizione di divulgare. Le notizie che gli scienziati intelligenti pubblicano ogni settimana, non sono per niente rassicuranti, quasi come se la natura avesse deciso che è arrivato il momento di presentarci il conto, diventando ostile verso di noi. Aumenteranno in poco tempo in maniera esponenziale, i terremoti, gli uragani, gli tsunami, il caldo, il freddo, la siccità e le tempeste. Lo so che è difficile da credere e che voi possiate accettare tutto questo, ma spero sempre, che chi legge, possa concedere il beneficio del dubbio e si decida una volta per tutte a informarsi come si deve. Mentono tutti, immagino che ormai voi lo sappiate. Queste non sono parole farneticanti raccolte dal web o urlate da qualcuno, sono dati condivisi che potrete verificare voi stessi personalmente.

Il vulcano di Yellowstone continua a risvegliarsi, le ultime attività sismiche, aggiornate fino a una 10 di giorni fa dalla data di pubblicazione, sono state di 118 scosse sismiche negli ultimi 30 giorni, 46 scosse sismiche negli ultimi 7 giorni, 9 scosse sismiche nelle ultime 24 ore. Così lette questi dati sembrano poco rilevanti, ma se tu sapessi che nell’ultimo anno ci sono stati a Yellowstone 471 terremoti, le cose le vedresti diversamente, e noteresti che il vulcano, ha avuto 1/4 delle scosse annuali in un solo mese e sono in continua salita. Non dimentichiamo, che il 27/06/2017 verso le 14:00 ora locale USA, sono state riprese sopra il vulcano e dintorni le famose e rare EQL, ovvero le Earthquake Lighting. Questi potenti e inusuali fasci di luce, si formano solo come preludio di una imminente eruzione senza precedenti.

Secondo gli scienziati, questo avviene per uno sfregamento fuori dalla norma delle placche continentali. In questo caso specifico, la magnitudo delle scosse è irrilevante, quello che deve preoccupare sono la scalata repentina della frequenza delle scosse, indicatori di imminente attività vulcanica. Questi dati, li potete verificare direttamente sulla pagina web del centro sismologico USA. Probabilmente, potrebbe risaltare meglio ai vostri occhi, che dall’anno scorso, gli animali da Yellowstone stanno migrando, e a oggi, già molte specie si sono allontanate di diversi Km dal parco, e come voi ben sapete, gli animali sono i primi a sentire e a cercare di allontanarsi da un pericolo incombente. Infine l’asfalto delle strade nei dintorni del vulcano continua a sciogliersi in più punti, quindi non ci vuole un gran genio per capire cosa sta realmente accadendo.

Sarebbe divertente conoscere il vostro pensiero, se mentre state percorrendo la strada verso casa sentiste le gomme della vostra auto che si sciolgono insieme all’asfalto. Che cosa pensereste?

Nei decenni passati, era abbastanza raro vedere un sisma superiore al grado 6° che si ripetesse nel corso di un anno, ora sono praticamente una consuetudine, grazie anche all’abitudine data dai media, che giocano sempre al ribasso con i dati emessi dai rilevatori. In parole povere non dicono la verità. Dal 18 al 21 Luglio 2017 si sono avuti terremoti in Perù di 6,4°, Russia 7,6°, due in Turchia di 6,7° e Grecia di 6,7° gradi della scala Richter. Successivamente si sono avuti 12 terremoti sopra il grado 6,3° in tutto il Cinturón de Fuego del Pacífico fino al 08 Settembre 2017 con il terremoto del Messico di 8,0°, e continuando con altri due di 6,0° e 7,1°, poi 6,0° in Nuova Zelanda, 6,2° Giappone, 6,3° Le Isole Vanuatu, di nuovo Messico con 6,2°, Nuova Guinea con 6,0°, Tonga con 6,4° e così via fino ad oggi.

La cadenza con cui avvengono è preoccupatemene ridotta in confronto al passato, e ogni giorno che passa la frequenza si accorcia. Qui in Italia, il vulcano che fa più paura non è il Vesuvio o l’Etna come tutti credono e pubblicizzano (questo ovviamente non diminuisce la loro pericolosità), il più pericoloso al mondo uguale a quello di Yellowstone è quello dei Campi Flegrei, vicino alla città di Napoli, dove vivono quasi 1 milione di persone. È un vulcano enorme che è sotto il mare e in questi ultimi anni ha fatto alzare il fondo di oltre 3 metri (13 ft.). Gli studiosi del governo dicono che non esploderà mai, gli scienziati intelligenti dicono che se non sarà questo mese, quest’anno o fra 5 anni ma la cosa certa è che ritornerà attivo.

I Campi Flegrei sono a circa 25 Km in linea d’aria con il Vesuvio, quindi magari, potremmo anche ipotizzare, che queste due caldere, siano collegate in maniera molto stretta sotto la superficie e che se si risveglia uno, lo può fare anche l’altro. Nel mondo ci sono più di 1.200 vulcani tra attivi, inattivi e dormienti, quelli attivi a pieno ritmo ad oggi sono circa 22, di questi, solo nell’ultimo anno e mezzo se ne sono risvegliati 8, e come dicono i migliori vulcanologi, questo non è affatto normale. Senza scomodare il vulcano di Yellowstone o i Campi Flegrei, vi basti sapere che il solo Vesuvio in piena eruzione avrebbe la capacità di oscurare il cielo di mezzo pianeta per mesi e mesi, senza tener conto degli effetti distruttivi materiali. Questo vorrebbe dire la fine del ciclo vegetale e la moria di molte specie animali.

Questo è solo un antipasto di quello che accade a livello sismico ogni anno, se poi a tutto questo aggiungete gli uragani, tsunami, le alluvioni, il caldo e il freddo irregolare, la siccità e le tempeste, capirete anche voi che la situazione non è allegra e non è normale. Nessuno, governi, scienziati (al soldo di qualcuno), università e i media vuole prendere in considerazione i messaggi che Madre Natura ci sta mandando. Nessuno.

Qui in Italia abbiamo una escursione termica tra il giorno e la notte tra gli 8° e i 10°C (46° e i 50°F), questo lo sapete anche voi che non è normale. Il clima assomiglia sempre di più a quello desertico (per chi non lo sapesse, l’anticiclone delle Azzorre non esiste più).

Per gli eventi artificiali, non dimenticate che ci sono altre indicazioni, come la comparsa, a Gennaio 2017, di una enorme e misteriosa nube dell’Isotopo radioattivo Iodio 131 che ha coperto tutto il Nord-Ovest dell’Europa lambendo l’Italia settentrionale. Non si sa a che si deve la comparsa di questa sostanza, anche se pare che provenga dai mari Norvegesi. Questo particolare Isotopo è usato nella costruzione di bombe atomiche, centrali nucleari e in radioterapia, a voi la scelta. Come nota ultima, sono da ricordare le incessanti inondazioni, non solo da noi ma anche in India e Cina, dove in certi punti, l’acqua è arrivata a 4 metri dentro le città, portandosi via anche le case in cemento.

Eppure la storia insegna, e voi lo sapete, solo che nessuno vuole aprire gli occhi, e la frase più ricorrente è: “..e io che ci posso fare?”. In particolar modo in Italia, siamo diventati estremamente bravi a scaricarci dalle spalle i pensieri fastidiosi. “E a che serve fare qualcosa? Tanto se ci sarà una guerra nucleare moriremo tutti!” “Tanto se arriva un grande terremoto moriremo tutti!”. Bè, purtroppo non sempre si è così fortunati da morire al primo colpo in caso di una catastrofe, e se permettete c’è tanta gente che è pronta a lottare pur di salvare la propria vita e quella dei loro cari, cercando di prepararsi e attrezzarsi. Sì, in questo caso mi rivolgo proprio al classico egoista di turno, che dice sempre “tanto moriamo tutti”, e se poi noi abbiamo la sfiga che tu sopravvivi? E se siamo così sfigati da incontrarti dopo la catastrofe? Ci ritroviamo ovviamente con una palla al piede, uno a cui dobbiamo provvedere noi, perché tu non ti sei comprato neanche due bottigliette d’acqua di scorta, e non hai neanche una torcetta per fare un po’ di luce.

Quello di alzare le spalle e ripetere le solite stupide cantilene, rappresentano il vero egoismo Italiano contro i propri simili. Ed è inutile che pensiate di esseri aiutati dal governo, il governo non ha nulla con cui aiutarvi in caso di un evento estremo. Non vedete che a stento aiutano i terremotati? Non vedete che dopo una decina di giorni dagli eventi, il tempo giusto che i riflettori si spengano, li lasciano soli in balia di loro stessi? Gli unici che si fanno un mazzo gigantesco sono quei poveri volontari e i Vigili del Fuoco che ormai li usano per qualsiasi cosa. Manca solo che li mandino in guerra e poi hanno fatto di tutto! Nossignore, la Protezione Civile in Italia, non ha le riserve e le risorse per poter affrontare nessun evento di livello superiore, pensate che se ci fosse una violenta eruzione del Vesuvio loro abbiano almeno 500.000 maschere antigas o antipolvere da dare a un milione di cittadini Napoletani? Al massimo si andrà avanti con le mascherine di carta. Coperte termiche? Luci di emergenza individuali e altri ammennicoli vari necessari alla prima emergenza? Niente.

Purtroppo la nostra mente cancella prontamente qualsiasi evento nefasto, ed è per questo che ci siamo dimenticati, che solo qui in Italia, (lasciamo a parte il resto del mondo) ci sono stati terremoti catastrofici, in 100 anni ne abbiamo avuti una quindicina che hanno causato più di 100.000 morti, quindi, vedete che noi non siamo diversi da altre nazioni. Vi ricordate l'eruzione del vulcano Eyjafjöll situato nella parte meridionale dell'Islanda avvenuta nel 2010? Quel vulcano paragonato all’Etna o al Vesuvio è come un bambino, eppure con i suoi strilli, ha oscurato il cielo di cenere in tutta l’Europa centro settentrionale, è arrivato fino alle coste dell’Artico e del Canada, e verso Est è arrivata ad estendersi su un terzo della Russia.

Bisogna mettersi definitivamente  in testa, che “tutto quello che pensate non possa accadere, accadrà” (chiedete ai popoli Italiani colpiti da ogni tipo di dissesto geologico), e che “tutto quello che è accaduto in passato accadrà ancora”, questa è una realtà immutabile che fa parte della natura stessa. Il menefreghismo Italiano cessa nel momento stesso in cui capita a te di essere colpito, e solo in quel momento ti renderai conto dell’errore commesso, peccato però che sia troppo tardi.

Se poi pensate che tutte le favolette propinate dalla televisione, siano la soluzione per tutti i mali, e per vivere in questa maniera gaudente, io sarò ben felice per voi! Potete quindi evitare di proseguire la lettura e fare vela verso altri lidi con il vento delle vostre certezze in poppa. In ogni caso è certo che il prossimo futuro sarà una rivolta della natura, e nessuno di noi sarà esentato da questo.

Il primo stabilimento.
Riassumendo, la prima azienda del progetto 2projects4all, avrà un ampio ventaglio di prodotti tra cui scegliere. Fabbricherà oggettistica di uso comune, come piccoli elettrodomestici, attrezzature mediche, attrezzature e dispositivi sismologici, prodotti per il settore automobilistico, per uso casalingo, sistemi di sicurezza, allarmistica (non sono i classici sistemi di allarme), dispositivi per uso subacqueo, particolari sistemi di robotica, prodotti per automazione, comandi, radiocomandi, telecomandi, sistemi di generazione di energia, sistemi di comunicazione speciali ecc..

Insieme ai precedenti, per quelli riguardanti la prevenzione e la salvaguardia umana, in progetto ci sono gli zainetti di sopravvivenza, che nessuno mai si prepara, con particolari accorgimenti che nessun prodotto ha al mondo, e concepiti non solo per il supporto immediato, ma anche per quello a lungo termine. Poi radiolocalizzatori, occhiali speciali, torce elettriche a ricarica rapida e lunga durata, luci di emergenza con capacità di illuminazione da 70 a 120 ore reali, sistemi di comunicazione, sistemi di sopravvivenza fisica per abitazioni anti terremoto, localizzatori (non sono come quelli già in commercio), sistemi di rintracciamento famiglia (senza uso di cellulari), particolari sensori sismici di rilevamento, depuratori d’acqua, ecc..

Sono spiacente, ma come vi ho già detto, devo essere generico nelle descrizioni e ometterne tanti, perché i prodotti nuovi, non sono protetti da diritti o brevetti, sappiate comunque, che per il solo campo della sopravvivenza, parliamo di 34 progetti e altre 7 idee in cantiere. Dopo questi articoli ben specifici per la sopravvivenza su terraferma, in questo stabilimento, saranno realizzati, dei dispositivi speciali per la sopravvivenza nautica, tra cui anche due esclusivi sistemi di salvataggio per uso civile e militare, utilizzabili su ogni tipo d’imbarcazione e che attualmente non esistono in commercio.

Il secondo stabilimento.
Nel secondo stabilimento del progetto 2project4all, si installerà e conformerà un impianto di produzione di case prefabbricate in legno. Quattro parole, che a differenza del primo stabilimento, dà subito un’idea del prodotto finito. Perché case prefabbricate, che già sono prodotte nel nord Italia e in Austria, direte voi? Le spiegazioni sono molteplici, quindi vedremo di evidenziare le più salienti, in modo da fare un quadro del perché ho progettato questa tipologia di casa.

Anzi tutto, va premesso, che dopo averle viste, aver visitato gli stabilimenti di produzione e seguito la posa d’opera dei fabbricati, sono giunto a conclusione, che occorreva risedersi al tavolo di progettazione e rivedere  il metodo costruttivo, perché questo, a parer mio,  poteva essere ulteriormente perfezionato. Quando fecero capolino sul mercato le prime case prefabbricate in legno, visto la poca diffusione commerciale, queste erano costruite con la cognizione della resistenza e della durata, erano costruite con antica maestria, dando come risultato case molto robuste, che involontariamente diventavano anche antisismiche.

Con il passare del tempo, e l’espansione delle vendite di queste abitazioni, cominciarono ad aumentare i volumi di produzione e quelle che erano una volta delle antiche falegnamerie, divennero ben presto delle vere e proprie industrie con catene di montaggio. Purtroppo, come avviene sempre nel mondo industriale, si cominciò a correre alla disperata ricerca del maggior numero produttivo a discapito della qualità. Ora, non dico che non siano belle e che non possano resistere a un terremoto, affermo solo, che dopo averle viste costruire, sono diventate cosa ben diversa dalle antecedenti.

Anche se le fabbriche di oggi sono tutte computerizzate, le intagliature e gli incastri sono realizzati solo ed esclusivamente in maniera da permettere un velocissimo assemblaggio. Il rovescio della medaglia, è che ti porta ad avere come risultato, una parete fragile e soggetta a incrinature, quando questa fletterà sotto la spinta delle onde sismiche o delle spallate del vento. Queste incrinature, di solito si evidenziano nei punti più deboli, come agli ancoraggi alla platea, gli angoli delle finestre, delle porte e ovunque vi sia un’apertura. Tutte queste marcature e il fatto di essere di legno, non le esentano dal diventare ancor più fragili con il passare del tempo.

Altra cosa che ho notato nella progettazione di queste pareti, sembra quasi, che i progettisti non tengano affatto conto di basilari leggi della fisica, come quella molto semplice della leva. Il vecchio detto dice: “Datemi una leva e vi solleverò il mondo!” vero? Bene, provate a immaginare alcune listellature delle pareti sottoposte a questo stesso principio, che razza di forza devono sopportare. La prima cosa che alla persona comune viene in mente, è di provvedere a rinforzare in maniera opportuna, il punto sollecitato in questione con dell’altro legno, giusto? Ebbene, oggigiorno lo fanno sicuramente, solo che per farlo rapidamente, questo pezzo di legno viene crivellato di chiodi e viti con la ferma convinzione che sicuramente reggerà allo sforzo. Purtroppo non è così, perché proprio anche a causa dei troppi chiodi e delle viti, questo blocco diventa fragile e sottoposto alla forte pressione delle leve si spezzerà.

È ovviamente una spiegazione grossolana e per capirlo meglio occorrerebbe parlarne davanti al progetto della parete, spero solo di aver reso a grandi linee l’idea. Per l’assemblaggio di queste pareti, si fa larghissimo uso di pistole sparachiodi, graffettatrici, e si usano poche viti, la mia obiezione è che l’uso indiscriminato di questi attrezzi, solo ed esclusivamente per tenere insieme un agglomerato di pezzi, tagliati senza robusti incastri, da ex artigiano vi posso dire che non porta sicuramente ad avere un manufatto fatto a regola d’arte.

Altri fattori, che porteranno nell’immediato futuro, il diffondersi maggiormente di questo tipo di case costruite con materiali rinnovabili come il legno, sono molteplici. Una delle problematiche maggiori è quella del cemento selvaggio, il cemento è un elemento che non ho mai apprezzato pienamente, ingombrante, freddo, cupo, ingestibile in caso si sgombri, riciclabile con costi esorbitanti e altamente inquinante.

Il cemento, fin da ragazzo l’ho visto utile solo nel campo delle strutture, muri di contenimento, dighe o qualsiasi edificazione ove occorra della titanica forza strutturale. Al di là della sua durata (che non è eterna), il cemento, per me, ha anche una brutta caratteristica ovvero quella che quando si rompe, si vena o si spacca di netto, si può utilizzare qualsiasi sostanza o materiale per ripararlo, ma questi non avrà più la medesima resistenza, a differenza del legno, che una volta riparato, mantiene sempre la sua integrità. Ho visto diverse esperienze di alcuni amici e colleghi in campo cementizio, hanno effettuato molte riparazioni su muri dei fabbricati e colonne portanti con molti preparati chimici ad hoc, solo che il risultato è sempre stato deludente.

Queste ovviamente, erano delle note puramente personali e so che molti ingegneri e architetti starando ridacchiando a questa lettura. Da parte mia, posso solo dire che quello che si pensa o si fa da dietro una scrivania, non è mai come quello che provi o vedi sul campo. Credetemi, in tutta la mia carriera ho visto cose inenarrabili, fatti da ingegneri altisonanti.

Un altro elemento da tenere presente, che è molto probabile che nei prossimi governi futuri, si chieda, che quando le case cominceranno a essere demolite per vetustà, queste siano riedificate non più completamente in cemento, ma bensì in materiali rinnovabili com’è il legno. A chi crede che le case un giorno siano costruite con stampanti 3D, rispondo che a oggi, questo metodo è un po’ arcaico, visto che la struttura di queste edificazioni è scarsa e poco robusta. In ogni caso, a meno che domattina non inventino un nuovo tipo di materiale, le stampanti userebbero sempre cemento pastoso e quindi il risultato non cambierebbe lo stesso, continuando implicitamente a usare sempre materiali inquinanti.

Altro fattore è la resistenza alle scosse sismiche, le case in laterizi, anche se sono costruite con criteri antisismici, sono sempre molto pericolose e soggetti a rotture e incrinature, ritrovandosi poi con le solite problematiche di riparazione sopra esposte, quindi difficilmente una casa in cemento reggerebbe perfettamente integra a un’ulteriore scossone di grado 7° in quelle condizioni. Per chi magari obbiettasse che ciò non corrisponde al vero, perché in TV avete visto dei grattacieli di 80 piani resistere a terremoti tremendi, rispondo che è molto facile che cada una casa di 3/4 piani che non una di 80. Non sto a scendere nei dettagli con lunghe spiegazioni tecniche, sappiate solo, che è tutto un fattore del rapporto di riverbero delle onde sismiche in base all’altezza del edificio colpito. In senso figurato immaginatevi una ragazza che balla la danza del ventre ondeggiando e intuirete quello che intendo dire.

La stragrande maggioranza dei grattacieli, ha uno scheletro in acciaio che sostiene tutti i laterizi, questo impedisce al grattacielo di cadere, ma non di vedere il cemento rotto, fessurato o incrinato. Il cemento, ha un fattore di risonanza diverso dal legno e questo non è un indizio trascurabile. Approfondite una ricerca sulla stretta correlazione tra risonanza, vibrazione e materiali, campo questo, molto specifico e interessante, che aiuta molto nella scelta dei materiali da costruzione in campo sismico.

A causa del notevole rialzamento delle temperature del Mediterraneo, ci ritroviamo con il mare pieno di squali e altri pesci tropicali che stanno danneggiando il nostro ecosistema marino, il sud Europa sta diventando come i Caraibi e le Americhe, in altre parole, sempre più frequentemente continuano a formarsi tifoni e uragani di ogni tipo, e cosa molto inusuale per questo pianeta. Ora, in misura per il momento contenuta, questi eventi cominciano a formarsi anche sulla terraferma, cosa, che forse gli scienziati pensassero non potesse mai accadere alle nostre latitudini. In questi ultimi 2 anni, sono stati misurati dei venti che hanno oltrepassato i 150 Km/h, e credetemi che quando uno di questi tornado passa, ben poco rimane in piedi. Potrei continuare a fare lunghi elenchi di tutto quello che si potrebbe verificare come evento climatico avverso contro una casa, ma penso che il concetto ormai sia chiaro.

Le case che saranno prodotte in questo stabilimento, saranno di nuova concezione, le caratteristiche finali saranno tali da poter resistere a un sisma, di grado 8° della scala Richter senza problemi e superare questo limite se non si verificheranno cedimenti del terreno. Anche le fondazioni sono concepite in maniera particolare per evitare la deframmentazione dello stesso, compromettendo così la struttura della casa. Altresì è ancora in fase di studio, un particolare tipo di fondamenta per quelle case che poggiano in terreni sabbiosi o argillosi, che hanno la brutta caratteristica in caso di terremoti, di essere afflitti dal fenomeno di liquefazione, ovvero, quando un terreno è sottoposto a pressione e a vibrazione, questi perde improvvisamente resistenza e si comporta come un liquido melmoso e denso, in parole povere si trasforma in vere e proprie sabbie mobili.

La conformazione delle case, sarà tale da permettere di resistere a uragani di classe 3 della scala Saffir-Simpson, le pareti sono concepite per resistere a forti sollecitazioni laterali, diagonali e forti impatti frontali, cosa che avviene spesso e volentieri quando una tromba d’aria solleva gli oggetti e li lancia come proiettili. Per prevenire le battutacce degli idioti, specifico ovviamente, che stiamo ovviamente parlando di oggetti ragionevoli, e non di un’auto da 2 tonnellate lanciata come una palla da baseball. Per un peso del genere non esiste casa che possa resistere a un simile impatto. Fate un semplice calcolo con il rapporto massa e velocità e vedrete quanto peserà un’autovettura lanciata a 150 Km/h.

Continuando, il tetto è strutturato in maniera tale da prevenire lo sradicamento, ricordatevi che una casa si sfascia quando i getti d’aria violenta, trovano una breccia in qualsiasi punto della casa, quindi l’obbiettivo primario è quello di cercare di evitare ogni tipo di fessurazione. È per questo che il tetto con le pareti ,sono un contiguo omogeneo, robusto e versatile allo stesso tempo. Le tegole sono di nuova concezione e possono resistere a chicchi di grandine del diametro di 8/10 cm (3/4 inch.) senza rompersi, e cosa non da poco, sono ancorate una per una, evitando così dal essere sollevate e sradicate.

Chiaramente anche le finestre saranno dimensionate per la massima robustezza, la vetreria sarà dei migliori produttori sulla piazza, e a protezione di queste, ci saranno serrande, persiane o tapparelle tutti corazzati per attenuare gli eventuali colpi degli eventi. Come avrete già intuito da questa descrizione, la casa è stata progettata per resistere in maniera decisa agli eventi climatici, e grazie a queste sue caratteristiche, vi proteggerà anche da tentativi di intrusione. Molti sono convinti che proprio perché è una casa in legno sia facilmente penetrabile, invece è il contrario. Per una casa in mattoni, con punta e mazzotto, in un tempo minimo si può aprire una breccia, specialmente se si ha la fortuna di trovare una parete in mattoni, mentre invece per questo tipo di pareti, occorre lavorare molte ore con attrezzi speciali da taglio prima di aprire un varco, e gli strati di materiali che si troveranno davanti saranno un grosso ostacolo alla perforazione. Farebbero prima a passare da una finestra o da una porta, solo che per farlo devono forzare le blindature e anche per questo ci vorranno molte ore. L’unico inconveniente, è che se perdete le chiavi di casa, allora sì che sono guai! Non preoccupatevi, per questo problema ci sarà il servizio della nostra azienda!

L’ultima nota, è che la casa è resistente al fuoco, totalmente coibentata contro i rumori (anche quelli interni), equilibrata per temperature tra +50°C e -60°C (+122°F y -76°F), e si potrà avere, anche schermata contro l’inquinamento elettromagnetico, comunemente chiamato Elettrosmog.

L’unica caratteristica che accomuna le case che produrremo con quelle esistenti già in commercio, è la possibilità di installare la casa in 24/48 ore. Non lasciatevi ingannare come sempre dalla pubblicità, che ti dicono che in 24 ore hai la casa fatta e finita, questa è una bugia colossale, primo perché se veramente lo facessero, vorrebbe dire che il montaggio viene fatto con i piedi, secondo perché per termine il montaggio, si riferisce all’installazione delle pareti e della copertura del tetto. Poi rimangono da fare tutte le installazioni, servizi idrici, sanitari, impianti elettrici stuccature, verniciature, montaggio ferramenta e accessibilità, tegole, rifinire tutte le parti esterne del cappotto, coibentare la giunzione casa e fondamenta, piastrellare, le pavimentazioni ecc.. ecc..

Quindi se volete una casa fatta come si deve, ci vogliono i tempi giusti. Se io dovessi comprare una costruzione in legno, perché sia completata in solo 24 ore non l‘acquisterei, se fosse un capanno degli attrezzi invece sì.

Le regole d’oro dei miei amati vecchi, coloro che mi hanno insegnato l’antica arte erano: “Ragiona con calma, progetta con calma, costruisci con calma se vuoi che quello che stai realizzando duri nel tempo”, e credetemi sono parole sante!

Quelle spiegate sopra, sono le caratteristiche salienti di questo progetto, ovviamente ve ne sono altre più sostanziose che riguardano altre particolarità costruttive, come l’elettronica, la meccanica, l’autosostentamento ecc.. e che le renderemo pubbliche una volta coperte da protezione. A chi si sta domandando che tipo di case saranno prodotte, rispondo, che potranno essere costruite case di ogni stile con la stessa tecnica costruttiva, quindi ogni cliente proveniente da qualsiasi nazione, potrà commissionare la sua casa su misura. Rammento ovviamente, che con il progetto 2project4all, l’obbiettivo è di portare lavoro ovunque sarà richiesto, con i gruppi che collaboreranno con questa iniziativa, quindi, in quest’ultimo caso, per il progetto delle case prefabbricate, queste potranno essere prodotte direttamente in loco, con la stessa tecnica e nello stile della nazione ospitante.

Direi che a questo punto, possiamo concludere per il momento la sezione del fine di questi due progetti, due stabilimenti produttivi che possono vivere di vita propria anche se fossero ubicati separatamente, ma accomunati da un triplice obiettivo: Lavoro, durata e sicurezza. Questi progetti, sono stati creati con lo scopo principale di creare posti di lavoro a catena e a misura di essere umano.

Queste aziende non devono essere solo macchine produttrici di soldi, il denaro deve avere lo scopo di creare solidarietà condividendo tutto con i nostri simili e contemporaneamente insegnando il metodo in ogni parte del mondo. Oltre a questo, il fine per quanto riguarda i manufatti, è che questi durino il più a lungo possibile, che abbiano una solida garanzia, che possano essere riparati, rigenerati, riammodernati e non ultimo realizzati con materie prime veramente riciclabili. Perfino le case prodotte, che eventi estremi che possano danneggiarle o distruggerle, tutte le loro parti potranno rientrare in azienda per essere riparate e le loro parti riciclate al 100%. In parole povere, non si butterà via niente.







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